domenica 11 gennaio 2015

Fine o inizio?


-Post pubblicato su un altro mio blog all'inizio dell'anno che sto cancellando. Per questo non ha molto senso ma mi dispiaceva cancellarlo, così l'ho sposato di qua...-
 
Ogni volta che arriva la fine di un anno, ecco che iniziano i bilanci. Io, personalmente, odio questa parola. Probabilmente dipende dal lavoro che faccio che m'impone di analizzarli. Eppure è inevitabile. Anche se tento di evitare di cadere in questa trappola tutti gli anni, qualcuno finisce comunque per farmi la fatidica domanda: Cosa ti aspetti dal nuovo anno? Così scatta in me un meccanismo perverso che, piuttosto che spingermi a fare la lista dei desideri, mi porta a ripensare all'anno ormai andato.
L'anno che sta per spirare - cielo che immagine triste - non è stato effettivamente come gli altri che lo hanno preceduto. Sono maturata molto in questo 2014, in parte perché sono accadute cose brutte. Avete mai pensato che dalle esperienze positive non impariamo quanto da quelle negative? A me è successo spesso così. Soffro della cosiddetta sindrome dell'invincibilità...
No. Fermi tutti e non fatevi strane idee. E' solo che ogni volta che me ne va bene una, si abbassa la soglia della mia percezione del rischio. Poiché, per capacità e per una buona dose di fortuna, infilo spesso una serie di successi - niente di che, piccole soddisfazioni personali-, quando me ne va una storta mi faccio sempre tanto male.
Diciamo che quest'anno una storta mi è capitata e i pianti non si sono contati sulle dita di una mano. Neppure di due se è per questo. Eppure, siccome credo fermamente nella regola dello scambio equivalente dei fratelli Ellric (questo è un post che devo ancora scrivere, pazienza è il mio primo giorno!), una cosa bella, veramente bella si è portata via tutte le lacrime. Qualcuno potrebbe pensare ora che sposarsi non sia una cosa positiva (anche questo è un post che troverà il dovuto spazio)! Però io questo traguardo lo voglio tagliare e questa decisione ha cambiato il mio 2014.
Prima di tutto mi ha portato a trasferirmi con il lavoro in un'altra città e in un altro ruolo. Le sfide, insomma, non sono mancate e mi hanno fatto sentire meno lo scorrere del tempo. Così tutti i mesi dell'anno sono scivolati via attraverso i giorni sempre pieni.
Un posto a parte merita, nel novero delle cose belle di quest'anno, il viaggio a New York.  Gli Stati Uniti con il loro cieli immensi che si riflettono in due profondi squarci nella terra, sono stati un'emozione fortissima.
Neanche il tempo di rientrare che il tempo stesso, che sembrava essersi fermato in quei giorni americani, ha ricominciato a scorrere freneticamente.  E via con i preparativi per la casa nuova e le nozze. Ci credete che siamo a gennaio e io non me ne sono davvero resa conto? Ma torniamo a quella brutta parola: bilancio.
Esattamente un anno fa, se mi avessero predetto tutto quello che mi è successo nell'anno, ne sarei stata felice? Non lo so. Ma so che ne sono felice ora. E non perché alla fine dei conti il risultato sia per forza positivo. Solo perché ho fatto tutto quello che la mia testa matta mi ha detto di fare ed essere stata sempre fedele a me stessa mi rende orgogliosa.
Allora cosa mi aspetto dal nuovo anno? La risposta è... niente. Mi sposerò, andrò in Giappone, al concerto dei Muse a luglio, non ho bisogno che arrivi il nuovo anno per fare progetti. Voglio vivere il presente. Costruire il domani con i pezzetti buoni delle giornate che si presentano.
Non è uno dei soliti buoni propositi. E non è neanche un proposito facile da rispettare. Per questo inizio simbolicamente il blog. Giudicate voi se gli faccio onore. Mi aiutate? Sì dai, facciamolo!
Nel frattempo io comincio con l'andare a festeggiare il mio capodanno. A tutti voi auguro che i vostri desideri si materializzino sotto i vostri occhi, non solo nella notte più magica dell'anno. Ogni giorno... e ricordate, anche una stella di carta, se brucia, fa luce!
 

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