domenica 11 gennaio 2015

C'era una volta la leggenda dei Cavalieri dello Zodiaco

  
Saori/Isabel e Seiya/Pegasus
 
Lo so, non è una novità. 
Il mio non è neppure il primo o l'ultimo blog che ne parla.
Avrei potuto farne a meno? No di certo. Avrei voluto farne a meno? Neppure.
Finalmente l'8 Gennaio è arrivato e ho potuto finalmente vedere in tutto il suo splendore (?) il film in CGI: Saint Seiya: Legend of Sanctuary.
Il titolo evoca immediatamente di cosa si tratta, però è bene dire che da qui in poi si tratterà di spoilerare un po' di cose. Cercherò, ovviamente, di non esagerare anche se voglio vedere le manine alzate di tutti coloro che non hanno già visto, in "qualche" modo, la versione subbata.
Dunque, dicevamo, il titolo evoca immediatamente immagini care a chi, come me, era adolescente quando Junior TV mandava in onda un cartone animato dal nome 'I Cavalieri dello Zodiaco'. Diciamocelo, leggere l'oroscopo, dopo la messa in onda dei 96 episodi della serie classica, non è stata più la stessa cosa!

Suvvia quindi, stiamo parlando di Seiya e CO. un gruppo di ragazzini che sono stati spediti in giro per il mondo a risvegliare il cosmo che è dentro ognuno di noi ma che solo a pochi eletti è dato di usare (Questo a beneficio di coloro che tenteranno ora di scoprire se sono dotati di simil potere). 
E cosa se ne faranno mai questi baldi giovanotti del cosmo? Ovvio! Lo useranno per conquistare delle armature mitiche e combattere per proteggere la dea Atena, colei che dall'epoca mitologica, si è fatta garante della pace e della giustizia sulla Terra.
Atena, per essere fedele al suo ruolo, si incarna periodicamente in una fanciulla che dovrebbe esercitare le sue funzioni al Grande Tempio eretto in suo nome in Grecia.  Qui si trovano i dodici cavalieri a lei più devoti e da lei consacrati con armature d'oro ispirate ai segni dello zodiaco. I Cavalieri dello Zodiaco, giusto? Sbagliato!
Se chiedete chi erano i Cavalieri dello Zodiaco a chiunque abbia la mia età (come gli Stadio fanno con i Beatles), la risposta sarà una sola: Pegasus, Crystal, Andromeda, Sirio e Phoenix. Giusto?
Sbagliato! Innanzitutto si tratta di Seiya, Hyoga, Shun, Shiryu e Ikki. In secondo luogo, nella gerarchia dei cavalieri di Atena, loro non sono altro che Cavalieri di Bronzo di gran lunga inferiori ai cavalieri che indossano le armature ispirate allo zodiaco e definiti invece Cavalieri d'Oro.
Ad ogni modo, sono loro i protagonisti della serie, i cavalieri che più si batteranno per la dea e di cui seguiremo le gesta per quattro saghe (Grande Tempio, Asgaard, Nettuno ed Hades), per 4 OAV (nelle battaglie contro Eris, Lucifero, Apollo e di nuovo ad Asgaard) e per un ultimo struggente film che doveva dare il via ad un nuovo progetto poi abbandonato (Le porte del Paradiso in cui incontriamo i cavalieri di Artemide).
Gesta in grado di affascinare milioni di fan in tutto il mondo al punto che il loro creatore decide di ripercorrere anche quelle della generazione precedente a quella famosa (Lost Canvas) e quelle della generazione successiva (Omega) oltre che di quelle dei Cavalieri d'Oro ancora adolescenti (Episode G) e quelle di una generazione parallela ancora da scoprire (Next Dimension).
Dimenticato qualcosa? Eh sì... La leggenda del santuario.
Un universo alternativo a quello di cui ci siamo innamorati tanto tempo fa...
Un mondo geograficamente diverso dove il Santuario, lontano dal Partenone di Atene, somiglia molto di più agli antichi templi di Angkor. Una storia in cui il protagonista gode del suo lato fanciullesco a discapito della figura più eroica della serie classica (e dimentica improvvisamente tutta la letteratura italiana di cui era un grande cultore!). Una storia in cui Hyoga, bello da morire, ha l'eleganza del cigno, Shun rimane piagnone (se non lo adorassi lo ammazzerei io stessa!) ma ha un'armatura finalmente degna di un cavaliere, Shiryu rimane se stesso nonostante avversari non altrettanto seri e Ikki è sempre troppo latitante per i miei gusti. Un universo dove la dea Atena s'incarna finalmente in una ragazza che non appare predestinata al ruolo che sarà suo ma che sembra normale.
Ovviamente incontriamo anche dei cavalieri d'oro che a volte sono troppo distanti da quelli che ci aspetteremmo di incontrare nelle dodici case (mi sono persa dalle parti dell'ottava casa io!). E ovviamente assistiamo ad una battaglia epica che decide il destino dell'umanità.
Ma veniamo alla proiezione. Sentire le voci dei doppiatori originali della serie è un'emozione fortissima. Alcune di esse sono ancora perfette, altre si sforzano di sembrare ancora adatte ai personaggi. Ahimè il tempo passa per tutti. Per fortuna, purtroppo. La colonna sonora, invece, è azzeccata e vivace sin dall'intro e fino al finale. Ho trovato i cinque saint godibilissimi nonostante il rimaneggiamento deciso delle armature. Saori (Lady Isabel) beneficia di un restyling necessario per rendere il personaggio di gradimento al pubblico nuovo. Le gag tra lei e il cavaliere di Pegasus sono leggere e profetiche di quello che accadrà nel seguito della storia. Riscoprire il legame tra i cinque cavalieri di bronzo attraverso l'amicizia che abbiamo cominciato ad apprezzare sin dalla guerra galattica della serie classica non ha prezzo. Rivedere Aiolos, cavaliere d'oro del Sagittario, che affida il futuro ai giovani cavalieri, compensa persino il fastidio di vedere Saga, il più figo di tutti i Golden, trasformato in un'entità non bene definita (da chi poi? L'odio, l'invidia o un dio nemico come Crono?).
Allora la domanda è: se ne sentiva veramente il bisogno? Dovevano cambiare così tanto? Per me la risposta è sì. I Cavalieri dello Zodiaco sono ineguagliabili, spettacolari. Un remake non sarebbe stato sufficiente. Lo è un reboot? Neppure, ma il film di Keichi Sato ci ha regalato un altro pezzetto di sogno.
Non ha senso giudicare facendo un confronto con la serie classica. Quella vince sempre a mani basse perché è legata a dei ricordi indimenticabili. Mi auguro che questa nuova versione possa diventare un modo per diffondere ancora di più il mito di questo manga. Perché non ci sono abbastanza cavalieri in giro per difendere il mondo, non credete? Anche se ci sono mari e monti di se e ma che pesano sul film, io mi sono emozionata. Ben venga la visione de Leggenda del Santuario se questo significa sentire di nuovo Pegasus/Seiya fare quella domanda:  Hai mai sentito ardere il cosmo dentro di te?

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